giovedì 29 luglio 2010

Tomini in sfoglia con crudo e mostarda di mele

I tomini sono un formaggio gustoso e che risulta particolarmente adatto ad essere “racchiuso”.
Oltre al classico prosciutto, per questa ricetta abbiamo voluto osare con della croccante e dorata pasta sfoglia, realizzando così dei dolci e dorati fagottini, dal ripieno saporito e morbido.
Dato che formaggi e mostarda è un duo da provare, all’interno del nostro fagotto, abbiamo utilizzato anche una particolare mostarda di mele, con frutta in pezzi ed un sughetto che non è niente male neppure così da solo.
Questa mostarda di mele è infatti indicata per formaggi moto saporiti come i tomini di capra.
Il risultato è stato sorprendente: il formaggio con la mostarda ha creato un gusto davvero unico e assolutamente da provare per chi ama abbinare i formaggi con queste preparazioni.





Ingredienti per 5 persone:
pasta sfoglia
5 tomini
10 fette prosciutto crudo
mostarda di mele
olio di semi
sale

Mettere i pezzetti di mostarda sui tomini ed avvolgerli nel prosciutto crudo.
Stendere e bucare con uno stecchino la pasta sfoglia, ricavarne 5 quadrati e chiudervi a fagottino i tomini. Spennellare con un emulsione di olio e sale, e cuocere in forno con funzione ventilato a 180° per circa 40 minuti, fino a doratura.
Servire i fagottini con il sughetto della mostarda ed i pezzetti di mela.

lunedì 26 luglio 2010

La Repubblica di San Marino

San Marino è il terzo Paese più piccolo d'Europa.
E’ uno dei pochi Stati ad essere inglobato completamente in un altro: il suo territorio, nel confine tra Emilia Romagna e Marche, ha la forma di un quadrilatero irregolare con rilievi prevalentemente collinari.
In qualsiasi punto ci si affacci si possono scorgere verso ovest gli Appennini e verso est la linea del mare.
San Marino è una città dalle caratteristiche strade strette in salita e discesa, che si diramano tra costruzioni prevalentemente di pietra, all’interno di antiche mura.


Una specie di piccolo borgo, che ci riporta indietro nel tempo, anche se ad oggi ad uso più turistico. Numerosi sono infatti i piccoli negozi di souvenir, ma anche oreficerie e soprattutto pelletterie; da non perdere sono soprattutto le botteghe di artigianato locale: noi siamo rimaste affascinate dalle candele, dai colori, forme e profumi spettacolari.
Questa piccola Repubblica esiste ormai da secoli, tanto da essere ritenuta la più antica repubblica del mondo dopo quella romana; ha sempre mantenuto la sua indipendenza tenendo le distanze dalle vicende storiche italiane: la tradizione fa risalire la sua fondazione al 3 settembre 301 d.C.
La Repubblica di San Marino è suddivisa in nove amministrazioni locali chiamate Castelli, ognuna delle quali porta il nome del proprio capoluogo. Tali amministrazioni sono strutturate sulla fattispecie delle municipalità italiane e vengono rette da Giunte di Castello.



A partire dal 2008 il centro storico della Città di San Marino e il Monte Titano sono stati inseriti dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità: la motivazione data parla di "testimonianza della continuità di una repubblica libera fin dal Medioevo".
Ogni anno, il terzo weekend di luglio si svolge una manifestazione medioevale: lungo le vie della città si possono trovare tracce di arti e mestieri dell’epoca (armi, abiti ed artigianato locale), figuranti in costume, nonché eventi di rievocazione storica (il gioco delle balestre, un matrimonio tra nobili, sbandieratori, ecc.).

venerdì 23 luglio 2010

Focaccia farcita alla zucca e crudo


Alta e soffice proprio come speravamo, e per la farcia un ingrediente non proprio estivo, ma che avevamo in frigo e volevamo proprio utilizzare.
La focaccia è lievitata diventando morbida, compatta, profumata e bella dorata in superficie.
All’interno la farcia è risultata molto particolare: si è realizzato un piacevole contrasto tra il dolce e cremoso della zucca ed il prosciutto decisamente più saporito, il tutto ammorbidito da un formaggio leggero.
Una ricetta completa e sfiziosa, insomma un piatto unico che ben si adatta a questa stagione in cui le cene sono meno pretenziose.




Ingredienti:

200g farina 00
200g farina manitoba
180ml acqua
2 cucch olio evo
gherigli di noce
rosmarino
sale
1 bustina lievito per torte salate
Per la farcia:
200g zucca
150g prosciutto crudo
pecorino romano grattugiato
2 sottilette

Setacciare le farine con il lievito, aggiungere i gherigli di noce sminuzzati, il rosmarino, l’olio, per ultimo il sale; impastare fino a formare un composto omogeneo aiutandosi con l’acqua.
Lessare la zucca e schiacciarla con una forchetta.
Stendere su una tortiera metà della base, distribuire metà del prosciutto, la zucca e le sottilette; coprire con l’altra metà del prosciutto e chiudere con la base restante.
Bagnare la superficie con un’emulsione di acqua ed olio e spolverare con il sale.
Informare in forno con funzione ventilato a 180° per circa 45 minuti, dopo i primi 25 minuti spolverare con il pecorino grattugiato.
Per la base:

mercoledì 21 luglio 2010

Risotto di melanzane affumicato

Un risotto molto comune in questa stagione che abbiamo voluto rendere originale con un tipo di formaggio molto saporito e profumato.
La ricotta affumicata utilizzata nella ricetta l’abbiamo acquistata presso una malga in località Cima Larici (Trentino Alto Adige): a nostro giudizio i formaggi prodotti nelle malghe sono certamente più gustosi, profumati e genuini rispetto a quelli che normalmente acquistiamo al supermercato (ricchi invece di conservanti). Anche per questo motivo, quando d’estate abbiamo l’occasione di qualche gita in montagna, non ci facciamo mancare l’acquisto di alcuni formaggi tipici in queste piccole, e spesso sperdute, malghe montane.
Le melanzane raccolte dal nostro orto sono molto delicate e proprio per questo si son ben combinate con la ricotta.

VINO CONSIGLIATO: Pinot Grigio (vino bianco dall’aroma intenso e fragrante, gusto fresco con una buona persistenza aromatica)


Ingredienti:
470g riso carnaroli
2 melanzane
45g ricotta affumicata grattugiata
2 dadi vegetali
½ cipolla bianca
olio evo
vino bianco
prezzemolo
sale, pepe nero

Affettare la cipolla e farla soffriggere in una pentola con un po’ d’olio; tagliare a tocchetti molto piccoli le melanzane e aggiungerle nella pentola. Portare a cottura con vino bianco, insaporendo con sale e pepe.
Quanto le melanzane sono pronte, farvi tostare il riso, quindi cuocerlo con acqua ed i dadi, eventualmente insaporendo con altro sale.
Al termine della cottura aggiungere il prezzemolo, spegnere il fuoco ed incorporare 25g di ricotta.
Servire spolverando con la ricotta
rimasta.

lunedì 19 luglio 2010

Salsa Guacamole

La guacamole è una salsa di origine messicana a base di avocado la cui origine risale al tempo degli Aztechi.
La ricetta originale del guacamole era costituita dalla sola purea di avocado miscelata con succo di lime e sale, ma con l’andare del tempo è stata arricchita fino ad arrivare ai giorni nostri in una versione molto più elaborata che in origine, la quale comprende anche pomodori, chili, cipolla, aglio, pepe, polvere di cumino e coriandolo fresco.
Il segreto di un buon guacamole è sicuramente l’utilizzo di avocados ben maturi, che alla pressione delle dita, devono risultare morbidi, ma non troppo molli.
La salsa guacamole, oltre ad accompagnare alcuni piatti tipici messicani come tostadas e tacos, viene in genere servita in apertura di pasto assieme a tortilla o pane, ma è superba anche come accompagnamento per carne alla griglia, impanata o pesce.
Essendo molto frequenti in questa stagione le cene leggere, veloci ma originali, in cui primeggiano salse più o meno esotiche, abbiamo per la prima volta voluto provare anche noi a replicare il guacamole.
Nelle dosi ci siamo attenute alle proporzioni indicate nelle varie ricette che abbiamo trovato: stessa quantità di pomodori e avocados; tuttavia ci sembra che in questo modo il pomodoro si senta troppo e nasconda un po' il sapore dell'avocado. Sarebbe forse più opportuno tenere la proporzione 2 a 1 in favore dell'avocado.
Per il suo gusto caratteristico e leggermente piccante, abbiamo voluto azzardare l’abbinamento con dei biscotti dolci-salati, come i Digestive.




Ingredienti:
1 avocado maturo
1 limone succo
aglio in polvere
1 pomodoro rosso
1/3 cipolla
peperoncino
cumino
olio evo
sale, pepe

Tagliare l’avocado a metà, privarlo del nocciolo centrale e poi spellarlo. Ridurre la polpa a piccoli dadini, dividerla a metà e schiacciare il tutto con una forchetta fino a ridurlo ad una purea cremosa.
Aggiungere alla crema l’aglio, la cipolla tritata finemente ed il peperoncino.
Spellare il pomodoro, privarlo dei semi e tagliarlo a dadini; incorporarlo al composto.
Unire infine il succo di limone, cumino, sale e pepe.
Miscelare con cura gli ingredienti, ed aggiungere qualche cucchiaio di olio di oliva.
Coprire il guacamole con una pellicola e lasciarlo riposare per almeno mezz’ora, per far si che i sapori si fondano al meglio.

venerdì 16 luglio 2010

Chitarrine paglia e fieno al ragù di mare

Un primo piatto fresco, leggero e colorato.
Il pesce è l’ingrediente ideale per le ricette estive: garantisce piatti eleganti ed, allo stesso tempo, poco impegnativi.
Il tipo di pesce utilizzato per questa ricetta è il più comune, per questo lo abbiamo voluto arricchire con le zucchine del nostro orto, un po’ di mais a dare colore ed un ingrediente dal sapore più fresco, il sedano.
Una pasta all’uovo ci è sembrata quella più indicata e, poiché stiamo giocando con i colori….la paglia e fieno è quella che più si abbina.
E’ una ricetta delicata, ma allo stesso tempo profumata grazie all’aggiunta del limone, sia in succo sia nell’olio.

VINO CONSIGLIATO: Sauvignon (vino bianco con sfumature verdognole, profumo intenso ed aromatico, sapore asciutto ed elegante)




Ingredienti:
600g chitarrine all’uovo paglia e fieno
900g misto pesce (totani, cozze, polipetti, surimi, calamari, seppioline, gamberetti)
2 zucchine piccole
2 cucch mais dolce il scatola
sedano fresco
¼ c ipolla bianca
peperoncino in polvere
olio evo
olio ai limoni di Sorrento
vino bianco
succo di limone
dado aglio e prezzemolo
sale

Pulire il pesce, mondare e tagliare le zucchine.
In una padella con un filo d’olio evo far soffriggere la cipolla affettata finemente, unire il pesce e le zucchine; insaporire con il dado, un pizzico di sale (se necessario), il succo di limone e cuocere con il vino bianco.
A metà cottura aggiungere il sedano tritato ed il mais.
Cuocere la pasta in acqua bollente salata, scolarla e farla saltare in padella con il pesce, aggiungendo un filo d’olio al limone.
Servire spolverando con un po’ di peperoncino.

mercoledì 14 luglio 2010

Cestini di spada al pesto

Le belle foglioline che stanno crescendo alle piantine di basilico del nostro orto, ci hanno invogliato a preparare un pesto fresco e profumato.
Invece però delle classiche trenette, abbiamo preferito arricchire di questo sapore un pesce dal gusto delicato e altrimenti un po’ povero.
L’idea dei cestini ci è venuta pensando ad un modo diverso per servilo: una presentazione che invogliasse all’assaggio di un piatto un po’ più complesso e strutturato del semplice spada con olio ed erbe aromatiche, ma comunque fresco ed estivo.





Il gusto del pesto la fa da padrone, proprio per questo abbiamo voluto mantenerlo un po’ più grossolano per distinguerne i vari ingredienti.
Una ricetta che si presta benissimo per un buffet, ma anche come secondo piatto leggero e colorato.
Ne approfittiamo per partecipare con un altro piatto alla raccolta di
Manuela.


VINO CONSIGLIATO: Greco di Tufo (vino bianco, odore intenso e caratteristico, sapore fresco e secco)
Ingredienti:
800g pesce spada
10 fette pancarré
olio evo
vino bianco
sale

Per il pesto di basilico:
basilico
formaggio parmigiano grattugiato
aglio
olio evo
pinoli
sale



Preparare il pesto frullando nel frullatore tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto omogeneo, ma non totalmente cremoso.
Aiutandosi con degli stampini dare la forma a cestino alle fette di pancarré, e passare in forno a 180° per circa 20 minuti, finché non si induriscono.
In una padella con un filo d’olio cuocere il pesce, insaporendo con il sale e vino bianco. A metà cottura aggiungere qualche cucchiaio di pesto.
Sformare i cestini, distribuire un po’ di pesto sul fondo, farcire con il pesce e rinfornare a 180° per circa 15 minuti.
Servire cospargendo con altro pesto fresco in superficie.

lunedì 12 luglio 2010

Cous cous ai fagioli rossi, peperoni e tonno

Una ricetta preparata apposta per lei e la sua raccolta “Raccogliamo i cereali?”.

In questa versione del cous cous abbiamo voluto provare sapori più forti e piccanti. Ricorda molto un piatto messicano, sia per i fagioli rossi, sia per i peperoncini che ci sono stati regalati da un’amica che proviene proprio dal Messico.
Nonostante la presenza dei peperoni, non aspettatevi un piatto dolce, ma un mix di sapori tutti morbidi ed equilibrati.
Ovviamo noi abbiamo “abbondato” con il peperoncino per avere un piatto più speziato, ma anche senza questa nota piccante ne risulta un trio tutto da provare.



Ingredienti:
200g cous cous
110g fagioli rossi
3 peperoni (rosso e giallo)
160g tonno al naturale
paprika forte
paprika dolce
peperoncini messicani
prezzemolo
¼ cipolla bianca
olio evo
olio al peperoncino
sale, pepe nero

Mettere in ammollo i fagioli per circa 10 ore e cuocerli in pentola a pressione per circa 30 minuti dal fischio.
Tagliare i peperoni e privarli dei semi; cuocerli in padella con la cipolla ed un filo d’olio. Salare, pepare ed insapore con la paprika forte ed il prezzemolo; quasi a fine cottura aggiungere i peperoncini, affettati molto finemente.
Far bollire 200ml di acqua salata con un cucchiaio d’olio, spegnare il fuoco ed aggiungere il cous cous; lasciar riposare finchè non assorbe l’acqua, quindi sgranarlo con una forchetta.
In una ciotola mescolare il cous cous con i fagioli, i peperoni ed il tonno, insaporire con paprika dolce ed un cucchiaio di olio al peperoncino.

sabato 10 luglio 2010

Villa Roberti di Brugine

Sicuramente una delle più belle Ville rinascimentali del Padovano: il Palazzo di Brugine è una straordinaria testimonianza delle origini e dello splendore del Rinascimento pittorico ed architettonico Veneto.
Il Rinascimento a Venezia è affermazione di lusso e ricchezza, strumenti ed ostentazioni del potere, ma anche mezzi per diffondere un’ideologia di subalternità per chi non possiede quel potere.
Il Palazzo di Brugine si pone all’interno di questa corrente. Nasce sulle rovine del castello dei Maccaruffo (1258) testimonianza architettonica dei rapporti sociali precedenti; dell’antico castello ad oggi rimangono la torre di difesa trecentesca (dove sono visibili tracce di affreschi con lo stemma dei Carraresi) ed il pozzo antistante la Barchessa.




L’acquisto della casa e la sua destinazione
All’inizio del XV secolo, a seguito della sconfitta dei Carraresi da parte della Repubblica di Venezia, e nell’intento di rimpinguare le proprie finanze, rettori e provveditori di Venezia e Padova iniziano le vendite all’asta dei beni del patrimonio Carrarese.
Nel novembre 1407 i provveditori padovani aggiudicano le terre nel territorio di Brugine ad Antonio Roberti, discendente dai Ferrara ma cittadino padovano, che in seguito chiede l’investitura del feudo di Brugine al Vescovo di Padova
I possedimenti acquistati non comprendono però alcun edificio che possa servire alle necessità dei Roberti, così in data 15 agosto 1422 Antonio Roberti effettua una permuta con il nobile Nicolò da Bruzene: venticinque campi di terra arativa con vigneti e frutteti e tre casoni di paglia in cambio della villa, destinata a diventare la casa dominicale di questa famiglia.
Si tratta di una casa solida con muri di mattoni, tetto di coppi, pavimento di pietra, diversa dalle tradizionali abitazioni nobili dell’epoca. La sua funzione è chiaramente indicata dal cortile, dal brolo, dal pozzo, dal forno e dalla Barchessa: è una casa destinata ai padroni, ma in strettissima connessione al lavoro e alla conservazione dei frutti della terra.
E’ con questa prospettiva d’uso che i Roberti acquistano la casa ed in seguito la ristrutturano, edificando la Barchessa in muratura e funzionalizzando la torre all’allevamento dei colombi.
L’edificazione del Palazzo si pone come prova del superamento delle difficoltà finanziarie dei primi anni del 1500, e risponde ad esigenze pratiche dettate dai nuovi acquisti fondiari dei Roberti.
Il possesso di nuovi campi e di maggiore manodopera ha bisogno di una centralizzazione tecnica: nell’ultimo piano del Palazzo si conserva il frumento, nel salone del piano terra si trasforma l’uva e nella Barchessa trovano riparo il bestiame ed i lavoratori.

 


Il Palazzo e le successive ristrutturazioni
Girolamo Roberti – canonico del Duomo di Padova - viene identificato come il vero ispiratore ed edificatore del Palazzo di Brugine, d’altra parte, dal punto di vista patrimoniale, nel 1551 possiede la metà dei beni di famiglia compreso proprio il Palazzo.
La progettazione del Palazzo dei Roberti fu affidata nel 1544 da Girolamo all'architetto Andrea della Valle (contemporaneo di Palladio e Falconetto), molto familiare alla curia padovana ed è certamente questo suo aspetto che lo lega alla famiglia Roberti.
I lavori riguardanti il Palazzo, la Barchessa e la colombara terminano nel giugno 1553, ma molto probabilmente continuano per qualche mese le attività di sistemazione del terreno circostante, diviso in cortile, brolo e orto.
Nel Settecento il Palazzo si trasforma in Villa, sintomo dell’ideologia del ritorno alla terra considerata però puro mezzo di rendita parassitaria e di arcaico svago.
I maggiori cambiamenti vengono progettati per rispondere a nuovi gusti ed abitudini: lo spostamento del granaio dal primo piano della villa alla Barchessa (attrezzando in questo senso tutto il piano rialzato); l’abbattimento delle scale esterne e la loro sostituzione con altre più ampie e meno severe; la formazione incompleta di una ghiacciaia all’interno dell’edificio.
Questi lavori costituiscono l’inizio e la premessa di un’ampia ristrutturazione che avrebbe dovuto rendere più fastosa la Villa, arricchita all’esterno di quattro torrette e all’interno di un grande salone da musica e da ballo.
A compimento dell’opera di trasformazione viene chiamato il Doge della Repubblica di Venezia per benedire la Villa.
Alla fine del Settecento vengono eseguite ulteriori ristrutturazioni ed edificazioni, in particolare nella Barchessa, non riguardanti quindi direttamente la Villa, ciò a sottolineare come l’edificio sia ormai escluso dalla reale dinamica storica .



Gli affreschi
Andrea dalla Valle inventa e spezza il terreno in cui sono comprese la casa dominicale e la Barchessa in un reticolato geometrico composto da: due cortili quadrati a ponente e a levante, dalla grande corte che unisce i due edifici e dall’enorme spazio rettangolare interno al muro. Il risultato è un’impressione di regolarità e proporzione.
L’architetto cerca la semplicità di una squadrata struttura racchiusa da muri: il Palazzo è concepito all’interno di un muro merlato che lo cinge e lo nasconde come una realtà fiabesca tutta autonoma.
Gli affreschi sono contemporanei alla costruzione del Palazzo, eseguiti tra il 1552 e il 1553.
Tra gli affreschi esterni vanno nominati quelli che adornano la colombara e quelli nei muri dell’antica cucina – di cui attualmente rimangono solo i segni del chiodo che delinea i contorni di figure e fiori.
La decorazione dei muri esterni del Palazzo riporta scene di storia romana ed aspetti mitologici, oggi quasi completamente perduti.
Nella facciata che da sul giardino principale e la corte sono rappresentate due giovani donne che reggono lo scudo con le armi di casa Roberti; più in basso si possono ancora vedere grandi riquadri di storia romana.
Sotto le finestre del primo piano siedono imponenti figure raffiguranti le virtù. Agli angoli dell’edificio sono dipinti trofei militari.
La facciata esterna meglio conservata è quella rivolta verso il piccolo ed intimo giardino interno.
Nonostante la casa sia rimasta disabitata ed inutilizzata per secoli, non è stata mai abbandonata, ciò ha permesso agli affreschi interni di rimanere protetti e quindi di non subire rimaneggiamenti od altri interventi.
I colori sono ancora lievi ed incantati, senza quei rafforzamenti violenti e drammatici, imposti dal gusto dei restauratori romantici.
Da una scala pentagonale di tredici gradini si accede alla loggia: sui due lati della porta che da nel salotto d’entrata sono rappresentati, a tutta parete, due scene di vita in villa.



Nella piccola entrata si ammirano due paesaggi: sulla parete di sinistra vi è un pastore con le sue pecore, alcuni pescatori e, più lontano una grande distesa d’acqua, forse un riferimento alla laguna veneta poco distante da Brugine. Sul muro opposto si contrappone una scena ricca ed in movimento con uomini al lavoro, dame e cavalieri, ed in distanza si scorge una città con le sue torri.
Nel luminoso Salone Nobile si conserva tutt'ora un pregievole ciclo di affreschi a soggetto mitologico, che rappresentano otto grandi scene mitologiche tratte dalle "Metamorfosi" di Ovidio, risalente alla metà del Cinquecento.
Il lungo soffitto alla sansoviniana è percorso da una fitta travatura dipinta di colori grigio, arancione, nero e giallo.
Lungo le due porte mediane del salone si adagiano due coppie di robusti nudi maschili, mentre sulle altre quattro porte minori siedono splendide figure femminili variamente atteggiate.
Gli affreschi recentemente scoperti e portati alla luce al secondo piano della villa sono dedicati a "Dell'Amor sacro e dell'Amor profano" di Tiziano Vecellio.
Volendo dare una paternità agli affreschi all’interno del Palazzo, la tradizione ci tramanda i nomi di Paolo Veronese e Giambattista Zelotti, identificandoli come loro opere giovanili.



Il giardino
Il grande salone centrale apre le porte da una parte verso la corte chiusa della Barchessa, dall’altra verso il parco, un tempo delimitato da un muro merlato.
Il parco conserva tutt'ora l’aspetto di uno dei primi esempi di giardino romantico all'inglese nel territorio padovano, caratterizzato dalla presenza di una peschiera, collinette, una serra, la ghiacciaia nel bosco e settecentesche casette dei giardinieri, che lo rendono celebre fin dalla sua creazione.
Tra Natura e Paesaggio. I Roberti e il Palazzo di Brugine dal XIII al XVIII secoloG. Bozzolato
Gabriele Mazzotta Ed.



Tratto da:

giovedì 8 luglio 2010

Lonza ai limoni caramellati

Con l’estate vanno per la maggiore piatti che hanno la frutta come ingrediente principe. Pesche, albicocche, melone non ci convincevano, così abbiamo scelto il sapore più aspri dei limoni, addolcendoli con un miele ad hoc!
La lonza è un tipo di carne dal gusto molto delicato, leggera e molto duttile. Si è perfettamente abbinata a questo sugo, dal tono più aspro, ma non eccessivamente.
Un suggerimento, che ahino ci è venuto in mente troppo tardi, potrebbe essere l’aggiunta di timo fresco a profumare e colorare il piatto.

VINO CONSIGLIATO: Grave del Friuli Cabernet DOC (vino rosso dal sapore erbaceo ed asciutto, dal profumo caratteristico ed intenso)



Ingredienti:
lonza di suino a fette
2 limoni bio
3 cucch miele fior di limone
aromi per carne
olio evo
margarina
vino bianco

Affettare un limone e spremere il succo del secondo.
In una padella scaldare la carne con un filo d’olio e portare a cottura con il vino ed il succo di limone; insaporire con gli aromi.
Far caramellare le fette di limone con un po’ di margarina ed il miele, aggiungendo un filo d’acqua per mantenerle morbide.
Quando la carne è quasi pronta aggiungervi i limoni e lasciare insaporire.
Servire la lonza con il fondo di cottura e le fettine di limone.

martedì 6 luglio 2010

Due pizze per un'unica cena


Oggi pubblichiamo due pizze: una fresca e bianca, o per meglio dire…verde e l’altra rossa con un trio che ormai abbiamo provato in tutte le versioni.

PIZZA VERDE ALLE ZUCCHINE

Per questa ricetta ci siamo ispirate a Mariluna: il nostro pesto è leggermente diverso perché non avevamo abbastanza menta, ma così è risultato un gusto un po’ più deciso, in contrasto con il sapore delicato delle zucchine. Per il formaggio abbiamo scelto qualcosa di semplice, che rimanesse cremoso e quasi filante.

Ingredienti:

Per la base:
300g di farina 00
150g farina manitoba
100ml di acqua
120ml latte
2 cucch fiocchi di patate
1 cucch miele
25g lievito di birra
olio evo
sale
Per il pesto verde:
sedano
menta
olio evo
1 cucch miele fior di limone
aglio in polvere
sale

Per la farcia:
2 zucchine
formaggio molle
aglio in polvere
sale

Setacciare le farine e mescolarle con i fiocchi di patate ed il lievito, sciolto in un po’ di latte.
Cominciare ad impastare ed aggiungere il miele e l’olio; unire il liquido rimanente e salare.
Ottenere un composto omogeneo e lasciar lievitar per qualche ora in un luogo umido.
Preparare il pesto frullando tutto gli ingredienti fino ad ottenere una crema, aiutandosi con un po’ di acqua se necessario.
Tagliare le zucchine a rondelle molto fini e lessarle.
Stendere la base, distribuirvi il pesto, poi le zucchine, salare ed insaporire con aglio.
Cuocere in forno ventilato a 180° per circa 20 minuti, poi distribuirvi il formaggio a dadini e cuocere per altri 10 minuti, finchè il formaggio non si scioglie.




PIZZA ROSSA CON FAVE, PANCETTA E PECORINO
Tre ingredienti che assieme stanno davvero bene, e che abbiamo voluto rivisitare per l’ennesima volta, ma in una pizza.
Una farcia dolce, ma con una leggera nota “piccante” data dal pecorino, ricca e che ci è sembrata molto…romana?!
Una chicca della base è stata l’utilizzo dell’olio alle arance di Sorrento, che si è sentito molto di più rispetto a quanto ci aspettassimo.
Secondo noi questa pizza deve essere rigorosamente alta e soffice, ,per meglio “tenere” questa farica importante.


Ingredienti
Per la base:200g di farina 00
150g farina manitoba
100g semola rimacinata di grano duro
100ml di acqua
120ml latte
2 cucch fiocchi di patate
1 cucch miele
25g lievito di birra
olio evo e arance di Sorrento
sale
Per la farcia:
passata di pomodoro rustica
240g fave verdi precotte
150g pancetta a fette
120g pecorino romano a scaglie
130g mozzarella vaccina
1/3 cipolla bianca
olio evo
sale, pepe nero

Setacciare le farine e mescolarle con i fiocchi di patate ed il lievito, sciolto in un po’ di latte.
Cominciare ad impastare ed aggiungere il miele e l’olio evo alle arance; unire il liquido rimanente e salare.
Ottenere un composto omogeneo e lasciar lievitar per qualche ora in un luogo umido.
Cuocere in padella le fave con la cipolla ed un filo d’olio; insaporire con sale e pepe nero.
Stendere la pasta, distribuirvi la passata di pomodoro, salare e aggiungere le fave.
Cuocere in forno ventilato a 180°per circa 20 minuti; guarnire con la pancetta ed il formaggi. Passare in forno per altri 15 minuti, finchè i formaggi non si sciolgono.

domenica 4 luglio 2010

Lasagne alle verdure dell'orto

Appena le abbiamo viste da lei abbiamo pensato alle verdure del nostro orto che aspettano solo di essere usate.
Una ricetta molto estiva e composta, ma che si presta perfettamente come primo piatto per una domenica di luglio.
Le verdure sono quelle di casa: fagiolini, melanzane e peperoni, e le immancabili piantine di basilico.
Dquesto piatto ci ha conquistato la besciamella insaporita dal pesto di fagiolini: un modo diverso per utilizzare questo ortaggio, e ha insaporito in maniera originale le lasagne, rispetto ad una versione più classica.
La ricetta è risultata morbida al punto giusto: ne troppo cremosa ne troppo asciutta, ricca di sapore e per nulla pesante. La composizione con le verdure a strati alterni ha permesso inoltre ad ogni sapore di differenziarsi dagli altri, evitando il rischio del “minestrone” di verdure.

VINO CONSIGLIATO: Soave (vino bianco, armonio di medio corpo, asciutto e fresco)




Ingredienti per 6 persone:
9 sfoglie di pasta all’uovo per lasagne
2 peperino (rosso e giallo)
2 melanzane
formaggio morbido
cipolla bianca
aglio in polvere
peperoncino
vino bianco e rosso
basilico fresco
sale, pepe bianco

Per il pesto di fagiolini:
200g fagiolini verdi
olio evo
sale

Per la besciamella:
37g farina 00
37g margarina
370ml latte
noce moscata
sale, pepe bianco

Lessare i fagiolini in pentola a pressione, quindi frullarli con olio e sale, fino ad ottenere una crema densa, aiutandosi con un po’ d’acqua.
Preparare la besciamella sciogliendo la margarina in un pentolino con la farina, quindi aggiungervi il latte freddo ed insaporire con noce moscata, sale e pepe. Tenere sul fuoco per circa 10 minuti, fino a far addensare.
Mescolare il pesto do fagiolini con la besciamella.
Tagliare i peperoni a pezzetti e cuocerli in padella con 1/3 di cipolla e l’olio; insaporire con il peperoncino, salare, pepare e portare a cottura con vino rosso ed acqua.
Tagliare le melanzane, privarle dei semi, e cuocerle in padella con 1/3 di cipolla, aglio, sale e pepe; portare a cottura con il vino bianco e acqua.
Cuocere le sfoglie di pasta in acqua bollente salata.
In una pirofila distribuire uno strato di pesto con la besciamella, poi tre sfoglie e disporre un primo strato di melanzane; aggiungere la besciamella ed il basilico fresco.
Fare un secondo strato di sfoglie, poi mettere i peperoni, la besciamella ed il basilico.
Terminare con le ultime tre sfoglie, le verdure rimaste, la besciamella ed il basilico.
Cuocere in forno ventilato a 180° per circa 25 minuti; negli ultimi 5 minuti distribuire il formaggio a dadini.

venerdì 2 luglio 2010

Focaccia alle cipolle

Finalmente siamo riuscite a concederci anche noi una focaccia come si deve: alta, soffice ed estremamente gustosa con le cipolle (una delle farce che preferiamo).
L’impasto è stato arricchito con la farina di kamut per dare alla base una nota leggermente diversa.
A differenza di tante altre ricetta, abbiamo voluto incorporare una piccola parte di cipolle anche all’interno dell’impasto, perché si sentissero non solo fuori, ma anche dentro.
Una nota critica - la nostra focaccia è riuscita forse un po’ troppo morbida e questo, secondo noi, per due possibili ragioni: un impasto lievitato troppo oppure la cottura in forno ventilato anziché statico.




Ingredienti:
110g farina 0
100g farina di kamut
90g farina manitoba
2 cipolle bianche
1 cucch miele al limone
1 cucch strutto
2 cucch fiocchi di patate
1 bustina lievito di birra secco
2 cucch olio evo
acqua
sale

Affettare finemente le cipolle e stufarle con un po’ d’acqua in microonde.
Setacciare le farine con il lievito, quindi aggiungervi i fiocchi di latte, lo strutto ed il miele.
Amalgamare ed unire 1/3 delle cipolle e l’olio. Continuare ad impastare con acqua e, per ultimo salare.
Lasciar lievitare per un paio d’ore, poi versare in uno stampo in silicone e farcire la superficie con le cipolle rimanenti ed il sale.
Porre a lievitare per un’altra ora e cuocere in forno ventilato a 200° per circa 40 minuti.
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